Twin Peaks 3×05 “Case files”: la recensione

di Matteo Marino
5 luglio 2017

Spoiler alert: Questa recensione contiene testo e immagini spoiler per chi non ha visto la quinta parte del nuovo Twin Peaks.

Piccola premessa: poiché Lynch considera questa serie come un film di 18 ore, più che scrivere una recensione classica cercherò di condividere con voi i miei appunti ancora grezzi e porre qualche domanda anziché dare risposte, sperando che si rivelino poi le domande giuste. Ci sarà spazio per articoli di approfondimento più avanti, tenendo comunque ben presente che non tutti gli elementi alla fine potrebbero avere una spiegazione univoca o narrativa: con Lynch c’è sempre spazio per i misteri, le interpretazioni personali e le astrazioni.

Bentornati a Twin Peaks.

Proseguite solo se avete visto la 3×05. SPOILER ALERT.

Argent 2

Una donna in un ufficio di notte, con un livido in volto (una donna che dai titoli di coda scopriremo chiamarsi Lorraine, interpretata da Tammie Baird) parla al telefono con i due tizi in auto che hanno provato invano a far fuori Dougie Jones. È agitatissima. Teme per la sua vita dopo il fallimento.

3x05 Lorraine
In sottofondo si sente “I Am” (Oldschool HipHop Beat):

Lorraine digita un numero che sembra far squillare una scatoletta chissà dove. Poi schiaccia un 2. Sul display del Blackberry vediamo: Argent (a cui corrisponde il numero 159), 2. Tanto perché avevamo a che fare con pochi numeri in questa stagione.

3x05 Argent, 2
Sulla scatoletta chissà dove (Argent… Argentina?) si accendono due led rossi.

3x05 Argent 2 led
Come vedete mi sono limitato a descrivere la scena, perché cosa significhi, chi lo sa.

“Faccio ancora spettacoli comici il weekend”

La coroner Constance Talbot (Jane Adams) ha rinvenuto nello stomaco dello sconosciuto senza testa (quello trovato sotto la testa di Ruth Davenport a Buckhorn, in South Dakota), una fede nuziale con scritto: “A Dougie, con amore, Janey-E”. Anche voi vorreste più tempo su schermo per Jane Adams? La trovo bravissima.

3x05 Constance Talbot

“The shit it come out of my ass!”

Quando Cooper si avvicina a uno specchio, c’è sempre da farsela addosso. Questa volta non fa eccezione. Ed è la prima in cui, in Twin Peaks – The Return, vediamo BOB non in un flashback, ma in una scena nuova di zecca, grazie agli effetti digitali. Per tutti i fan che si domandavano come Lynch e Frost avrebbero risolto l’assenza di Frank Silva, ecco una prima risposta.

3x05 BOB e BadCoop in the mirror
La lentezza e la parzialità della trasformazione rende il morphing piuttosto strano e molto inquietante. Vi assicuro che, visto per la prima volta alle tre di notte, fa impressione. Ma perché non vediamo “semplicemente” riflesso BOB, come nel finale della seconda stagione? Le parole che Mr C. pronuncia rivolte allo specchio potrebbero essere un indizio per capirlo: “Sei ancora con me. Ottimo”. Questo significa forse che BOB ha usato come ospite per uscire dalla Loggia il Cattivo Dale, ma è questo Cattivo Dale che man mano ha assunto il controllo? Sono soltanto ipotesi. Un’altra, suggestiva, che si affianca a questa, riguarda il fatto che BOB prima di uscire dalla Loggia abbia preso l’anima di Windom Earle.

3X05 bob e l'anima di Windom
Che ci sia anche lui dentro Bad Coop? Non ricordo più chi (perdonatemi, comunque non è farina del mio sacco), mi ha fatto notare questo:

Windom e BadCoop
“Non ho mai visto un curriculm scritto peggio di questo”

3x05 Mike

Mike Nelson (Gary Hershberger) sembra avere messo la testa a posto, e mal sopporta la strafottenza di Steven (Caleb Landry Jones), un simil-Bobby Briggs che apparentemente ha molto meno sale in zucca del vecchio amico di Mike e più cocaina nelle narici.

“Arriva Doris”

3x05 Frank e Doris

Frank Truman al telefono con il fratello Harry gli chiede degli esami che sta aspettando. E arriva Doris, la moglie di Frank, interpretata da Candy Clark, la Debbie di American Graffiti di George Lucas e Mary-Lou, la co-protagonista di L’uomo che cadde sulla Terra (1976) di Nicolas Roeg, accanto a David Bowie/Phillip Jeffries. La rabbia di Doris si infrange come un’onda sull’imperturbabilità di Frank, e per ora non ci è dato capire di più.

“Okay Dougie, you’re acting weird as shit”

3x05 CooperDougie si commuove davanti al figlio

Cooper/Dougie si appresta ad andare al lavoro e si commuove osservando il figlio Sonny Jim. È una scena semplicissima, tuttavia ha dato il via a una ridda di interpretazioni e congetture. A un primo livello, Cooper/Dougie è una sorta di uomo nuovo, una “tabula rasa” con solo qualche eco della vita passata, che si commuove davanti a un bambino sperimentando per la prima volta e senza sovrastrutture l’emozione della paternità. In questo senso è una scena di un candore toccante, potrebbe essere letta come il doppelgänger positivo dell’orrore della paternità rappresentato in Eraserhead. C’è chi però ci ha visto anche altro. Se tutto questo fosse solo “nella mente” di Cooper o se Rancho Rosa e i suoi abitanti fossero tutti “manifactured”, l’intuizione che quel bambino in un certo senso non esista avrebbe mosso Coop alle lacrime.  O ancora: qualcuno ha ravvisato in alcuni gesti di Sonny Jim dei collegamenti con quelli del vecchio cameriere del Great Northern Hotel della 2×01, e altri giurano di essersi accorti che la ripresa del bambino che sbatte gli occhi nell’auto sia mandata al contrario, come quelle nella Loggia.

Io sono dell’idea che non ci sia un mistero qui, che questa non sia una scena chiave a livello di trama (ma potrei benissimo essere smentito, e ne sarei anche felice). Tuttavia la ricchezza e la profondità delle analisi da parte dei fan testimoniano un aspetto molto particolare e importante di questo nuovo Twin Peaks, splendidamente sintetizzato da Todd VanDerWerff di Vox: “Ho come l’impressione che ogni storyline sia come un gatto di Schrödinger: è incredibilmente importante e tranquillamente trascurabile allo stesso tempo, e lo sapremo una volta per tutte solo dopo che avremo aperto l’intera scatola e avremo la possibilità di vedere tutta la miniserie davanti a noi”.

Dougie va al lavoro

Continuano le tenere comiche di Dougie. In questa puntata: Dougie non ha ancora imparato ad aprire la portiera dell’auto; Dougie consolida il suo amore per il caffè (sottraendolo a un suo collega, che ci rimane male, ma in realtà Dougie svolge un’azione positiva: il collega scopre di preferire di gran lunga il tè verde!); dimostra di non avere ancora capito come comportarsi con lo stimolo della pipì ma una collega con un debole per lui lo aiuta; capisce che un altro collega sta mentendo per via di una strana luce verde e lo sbugiarda davanti al capo, che gli affida dei fascicoli da portare a casa e esaminare (Dougie reagisce alle parole “Agent” e “case files”). Ah, quasi dimenticavo: a proposito di numeri, Dougie lavora al settimo piano alla Lucky 7 Insurance.

3x05 A Dougie scappa

Sei licenziato, cazzo

Intanto, al Silver Mustang Casinò, facciamo la conoscenza con i fratelli Mitchum (Jim Belushi e l’atteso Robert Knepper) e le loro… lady in rosa.

3x05 lady in rosa

Echi dei fratelli Castigliane di Mulholland Drive a parte, questa scena ha suscitato molte discussioni proprio per le tre lady: sono davvero lì o sono una proiezione della mente dei fratelli Mitchum?

3x05 I fratelli MItchum

Il bambino e la bomba

3x05 La bomba e il bambino
Qui la mente mi è andata col pilota automatico a “Il cinema secondo Hitchcock”, il libro intervista in cui Truffaut chiede al maestro della suspense di raccontargli la sua carriera, film per film, scena memorabile dopo scena memorabile, difficoltà produttive e incidenti fortunati compresi. È uno dei libri sul cinema più belli che abbia mai letto, e sulla sua falsariga mi sembra si muova “Lynch secondo Lynch” di Chris Rodley (ora riedito in italiano con il titolo “Io vedo me stesso”). Comunque, sarà solo un’associazione mia, ma l’accostamento bambino-bomba mi ha fatto immediatamente ricordare quello che dice Hitchcock a proposito di un suo film che giudica non del tutto riuscito, Sabotage (1936). Semplificando, a un certo punto un sabotatore, che sospetta di essere spiato, per completare la sua missione affida all’ignaro fratellino della moglie un pacco da portare in un determinato posto a una determinata ora. Il pacco nasconde una bomba a scoppio ritardato. Ma il bambino durante il tragitto perde tempo, e la bomba, anziché nel luogo convenuto, esplode su un autobus. Dice Hitchcock: «Si era creata nel pubblico una forte suspense. Lungo la strada il personaggio del ragazzo è diventato veramente troppo simpatico al pubblico, che non mi ha perdonato di averlo fatto morire, quando la bomba esplode vicino a lui nell’autobus. Che cosa avrei dovuto fare? L’unica soluzione era che il sabotatore uccidesse intenzionalmente il ragazzo». Lynch fa avvicinare il bambino alla bomba, ma poi lo salva, facendo saltare in aria dei ladri di macchine che hanno messo gli occhi sulla vettura sbagliata. Suspense sì, ma con sollievo finale. Senza anticipare troppo, in un certo senso mi sembra che questa scena avrà il suo doppelgänger nella 3×06, a un certo incrocio…

“Ci siamo già passate tutte e due”

“Se non la aiuti adesso, dopo diventerà una cosa molto più difficile. Ci siamo già passate tutte e due” è la saggia frase che Norma rivolge a Shelly al Double R (che emozione rientrarci dopo 27 anni).

3x05 Shelly e Norma
Norma sta parlando della figlia di Shelly, Becky (l’atteso debutto in Twin Peaks di Amanda Seyfried) Scopriamo che Steven, il cocainomane che scrive i curriculum peggiori del mondo, è suo marito. Norma e Shelly (a cui Becky ha appena chiesto dei soldi) guardano i due giovani e pensano a Leo Johnson e a Hank Jennings, e vorrebbero che la storia non si ripetesse, ma cosa possono fare? Solo due frasi, due sguardi e un abbraccio, ma tanta intensità in questa scena. Il colpo da maestro però deve ancora arrivare. Becky e Steven si spostano lontano dai loro sguardi, si appartano in macchina come Shelly e Bobby (altra sovrapposizione).

3x05 Bobby-Shelly
3x05 Becky e Steven
Lei è seccata per la situazione e anche un po’ arrabbiata col marito, che tra l’altro si è sparato quasi tutta la coca da solo. Lui le offre quella rimanente, la invita a mangiare fuori (sì, coi soldi della mamma di lei, ma è solo un particolare) e la riempie di complimenti, facendo alla fine una battuta che vuole alludere al sesso che faranno più tardi. I complimenti la fanno stare meglio, l’allusione la fa ridere, la botta di coca arriva, la macchina parte e parte pure Becky, e noi con lei (lo scatto della macchina da presa all’accelerata dell’auto è sublime), incollati al suo primo piano in questa fantastica inquadratura ravvicinata plongée. Estasi e malinconia insieme, euforia e caduta in una singola scena. Grazie, David Lynch. Per qualche motivo tutta questa microsequenza in medias res mi ha ricordato la sensazione di sospensione e improvvisa lucidità che mi danno certi racconti di Raymond Carver. È a mio avviso un momento altissimo sia da un punto di vista narrativo che estetico, di messa in scena.

“I Love How You Love Me” ~ The Paris Sisters (1961)
Words & Music by Barry Mann & Larry Kolber

Le fan theory immaginano Becky come la nuova Laura Palmer.

Il Badile d’Oro

3x05 Jacoby nella merda

Vedere Jacoby protagonista di un vlog complottista che finisce con la vendita delle sue esclusive pale dorate come una Wanna Marchi qualsiasi è stato uno dei momenti più demistificatori della stagione: tutti (io per primo) a immaginarci chissà che significati in quegli strumenti nelle mani dello psichiatra di Laura Palmer, e invece… il tutto è finito in una risata (per me) o in un moto di irritazione (per altri). A conferma dell’intuizione di VanDerWerff: storyline come gatti di Schrödinger. Comunque, voi non la comprereste subito un badile d’oro del dottor Jacoby per 29.99 dollari per spalarvi una via d’uscita dalla merda?

3x05 Il Badile D'oro
Ah, e speriamo di vedere meno fugacemente Nadine una prossima volta! Vogliamo tutti aggiornamenti sulle sue guide per tende.

3x05 Nadine

Il Maggiore Briggs ha perso la testa (o il corpo?)

Sì, ci avevamo azzeccato: quella testa volante nel cosmo all’inizio della 3×03 era un indizio ben preciso. Il cadavere decapitato trovato a casa di Ruth Davenport è quello del Maggiore Briggs.

Richard Horne e l’importanza di leggere i titoli di coda
Che Chad (John Pirruccello) fosse un po’ stronzo lo avevamo capito, ma ora sappiamo che è pure un poliziotto corrotto. Una cosa che invece non potevamo sapere se non grazie ai titoli di coda (che si confermano una miniera di indizi, parte integrante della narrazione) è che il bad boy che fuma dove è vietato e si esprime con le donzelle con la delicatezza di Bobby Peru si chiama Richard e di cognome fa Horne (Eamon Farren)… Richard e Linda (come da indizi del Gigante, o meglio del personaggio indicato nei titoli di coda come ???????)? Horne come Audrey Horne? In molti in rete hanno pensato che possa trattarsi del figlio dell’iconico personaggio interpretato da Sherilyn Fenn (addirittura si ipotizza uno stupro da parte di Bad Coop nei confronti di Audrey in coma in ospedale, dove Dale è stato in effetti visto prima di far perdere le sue tracce 25 anni prima…). Comunque notate la sigaretta e il neo.

3x05 Richard e Audrey Horne

E c’è sempre tanta musica nell’aria

Le canzoni in questa quinta parte sono state spesso coprotagoniste delle scene, a differenza delle parti precedenti dove prevaleva decisamente il suono ambientale. Lentamente il mondo di Twin Peaks sta tornando a riempirsi di musica. In questo caso si tratta dei Trouble, band composta da Riley Lynch, figlio di David, da Dean Hurley e da Alex Zhang Hungtai dei Dirty Beaches. Al Bang Bang Bar si esibiscono in un noir-R’n’B dal titolo Snake Eyes, che farà parte della colonna sonora ufficiale della serie in uscita l’8 settembre. Niente male.

3x05 Trouble

etnorpmI

Per ora il personaggio di Tamara Preston (Chrysta Bell) ho l’impressione che non abbia infiammato i cuori del pubblico. La sua interpretazione bamboleggiante, senz’altro concordata con Lynch o da Lynch stesso richiesta, non ha convinto tutti. Però ha della stoffa, e infatti si accorge che l’impronta dell’anulare di Cooper è… al contrario. Yrev very good.

3x05 impronte digitali

The cow jumped over the moon

Cosa cazzo ha fatto? Si può sapere che ha fatto? È quello che si chiedono, dando voce ai nostri pensieri, il direttore del carcere e i sui collaboratori quando Mr C. compone un numero lunghissimo e fa scattare tutti gli allarmi della prigione. BadCoop dice una sola frase nella cornetta: “The cow jumped over the moon”.

Hey diddle diddle,
The cat and the fiddle,
The cow jumped over the moon.
The little dog laughed,
To see such fun,
And the dish ran away with the spoon.

“Hey diddle diddle” è una filastrocca per l’infanzia che pare risalga almeno al XVI secolo e ancora oggi popolare. Il suo testo nonsenso ho provato a tradurlo così:

Biri birichino
il gatto e il violino
la mucca saltò oltre la luna
facendo scompisciare
il cagnolino
E il piatto? Se l’è data a gambe col cucchiaio.

Quella usato da Mr C. potrebbe essere una frase in codice concordata, senza un significato che noi possiamo dedurre con gli elementi che abbiamo. Tuttavia, un veloce giro su wikipedia mi dice che ci sono numerose teorie sull’origine della filastrocca, tra cui una che suggerisce alluda a una costellazione (ma non c’è accordo su quale sia), una che ci vede un collegamento con l’Esodo biblico, un’altra con la storia inglese del Cinquecento, un’altra ancora che la fa risalire all’adorazione di Hathor, dea egiziana della gioia, della sessualità e della danza, che possedeva però un lato distruttivo che emerge nel mito sulla fine del dominio di Ra sulla Terra: il dio, adirato con gli uomini che avevano cospirato contro di lui, inviò Hathor sotto forma di Sekhmet per punirli, ma la sete di sangue della dea (letteralmente) crebbe così tanto che non riusciva più a fermarsi e rischiò di causare la distruzione dell’umanità intera. Per salvare il genere umano, Ra tinse della birra di rosso perché sembrasse sangue. Sekhmet si ubriacò e tornò da Ra ammansita.
J.R.R. Tolkien diede la sua versione della filastrocca ne La compagnia dell’anello quando Frodo alla locanda del Puledro Impennato, a gran richiesta, “intonò una canzone ridicola che piaceva molto a Bilbo”, che ci mette due pagine intere a far saltare la mucca oltre la luna, mentre “The Man in the Moon” si ubriaca… Quella di Tolkien è probabilmente una parodia di tutte le congetture più disparate sull’origine della filastrocca. La maggior parte dei commentatori ritiene infatti che si tratti semplicemente di un nonsense. Non possiamo però non citare che “Hey Diddle Diddle Right Up the Middle” è uno slang militare per indicare un assalto frontale, e che un’illustrazione della filastrocca, sempre stando a wikipedia, è sullo sfondo in una scena del film  Night Tide del 1961, quando Dennis Hopper (il futuro Frank Booth di Velluto blu) sta bevendo una tazza di caffè dannatamente buono. Ho trovato questa foto, ma non vedo mucche. Devo vedermi il film al più presto.

3x05 Dennis_Hopper-Luana_Anders_in_Night_Tide
Ma chi ha chiamato Mr. C?

“Don’t be afraid of the man in the moon, because it’s only me”…

Del resto “Mickey Mouse has grown up a cow”…

E guardate cosa ho trovato: è una pagina del libro “David Bowie and Philosophy: Rebel Rebel” a cura di Theodore G. Ammon:

3x05 David Bowie

Comunque non fate caso ai miei deliri e alle mie associazioni libere, sarei riuscito a trovare un collegamento con David Bowie anche se Mr C. avesse detto “Ambarabà ciccì coccò, tre civette sul comò”.

Fatto sta che la scena successiva è questa:

Buenos Aires

3x05 Buenos Aires

Alzi la mano chi ha provato un tuffo al cuore. Buenos Aires, dove in Fuoco Cammina con me (o meglio nelle sue scene eliminate) abbiamo visto per l’ultima volta l’Agente Speciale Phillip Jeffries (David Bowie)… Ne parlo diffusamente nella mia guida ai Missing Pieces, qui e qui. Del resto Lynch lo aveva detto che quel film (insieme ai Missing Pieces, ormai è chiaro) è parte integrante della storia e della mitologia della serie. Quello che non immaginavamo era che, dopo la scomparsa del Duca Bianco, il suo personaggio continuasse a essere una presenza evocata così insistentemente nella nuova stagione. La scatoletta “chiamata” all’inizio da Lorraine ora sappiamo che si trova in effetti in Argentina. Perché si riduca in una sorta di poltiglia metallica in questa scena è un altro dei misteri di Twin Peaks.

Siamo arrivati ai titoli di coda, un pregevole brano di Johnny Jewel dei Chromatics dagli inconfondibili echi Badalamentiani, che ascoltiamo mentre Dale, che, ricordiamo, ha perso le sue scarpe nell’universo viola, carezza affascinato quelle della statua davanti al suo posto di lavoro.

Nota personale. E anche questa parte è fatta. Me la sono goduta a rivederla e ad analizzarla, ma sono indietro di tre recensioni. Il prossimo che scrive che nel nuovo Twin Peaks non c’è trama o non succede niente lo voglio guardare nelle palle degli occhi. Vi voglio bene.

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