Twin Peaks: Intervista con l’Uomo Nero

di Matteo Marino
versione inglese in collaborazione con Mario De Filippo
english version here
Grazie a Erika Poleggi per il prezioso aiuto

3 giugno 2017

ATTENZIONE: questo articolo contiene SPOILER per chi non ha visto la Parte 2, ma non fa anticipazioni sulle puntate future.

All’apparizione dell’uomo nero nella cella, nella Seconda Parte del nuovo Twin Peaks, ce la siamo fatta tutti addosso (“The shit come out of my ass” per dirla con le parole dei Missing Pieces di Fire Walk With Me). Una scena WTF (What the Fuck!) subito cult. Nei titoli di coda e su imdb non c’è menzione del personaggio e dell’attore. Un’altra sorpresa di Lynch e Frost dopo Buella, interpretata, senza essere stata annunciata nella famosa lista con i 217 nomi del cast, da Kathleen Deming. Ed è  partita la caccia all’attore.

Chi sia o cosa rappresenti “The Man in Jail” non lo sappiamo (anche se sono fiocatte fior fior di teorie), ma almeno un mistero ora è risolto: l’attore non accreditato che interpreta la fantasmatica figura ha accettato di rispondere ad alcune mie domande e sono lieto di presentarvelo.

Ciao, Stewart! Pesentati ai lettori di davidlynch.it. Quali sono i tuoi progetti passati e futuri?

Stewart_StraussCiao, Matteo! Grazie per avermi scovato. Mi chiamo Stewart Strauss. Sono nato a Hollywood, California e sono cresciuto nei sobborghi di Los Angeles. I miei primi amori sono stati la musica e il cinema. Ho cominciato a suonare e a partecipare alle recite scolastiche fin dalle elementari. Al college  ho studiato arti teatrali, produzione cinematografica, musica e, più tardi, produzione televisiva. Sono sempre stato un fan e fare film mi ha sempre affascinato. Il mio amore per la musica mi ha portato a diventare un disc jockey radiofonico, mentre cominciavo a lavorare in produzioni televisive locali e televendite.

Poi mi sono trasferito sul lago Tahoe, dove sono diventato un convinto sciatore, un dealer di poker e un fanatico di sport. Pensavo di restarci per una stagione e poi tornarmene a LA. Ci sono stato sei anni.

Nei primi anni Ottanta ho partecipato a “Stayin’ Alive”. Mi sono divertito e ho avuto l’opportunità di lavorare al fianco di John Travolta per qualche giorno. È stata la prima volta che ho visto un attore così immerso nel suo ruolo. Venendo ai giorni nostri, all’incirca nel 2009 un mio amico mi ha consigliato di registrarmi al Central Casting. Il mio primo lavoro per il Central Casting è stato in “Mad Men,” nel 2009, appunto. Una cosa tira l’altra, più lavoro, più agenzie di casting, e ho cominciato a partecipare a più film e serie. Poi mi sono iscritto alla Screen Actors Guild. Non ho lavorato tanto, ma il lavoro di solito era più stimolante, più vicino alla macchina da presa e pagato molto meglio. Negli ultimi otto anni ho cominciato ad affermarmi di più e a migliorare in questo mestiere.

Nel futuro? Comparirò come mazziere di un casinò nel nuovo film di Will Farrell e Amy Poehler, “The House,” e se “Zeroville,” diretto e interpretato da James Franco, riuscisse ad ottenere una data di uscita (è stato girato nel 2014), mi vedrete brevemente nel ruolo di… Dennis Hopper.

Frank Booth… Connessione lynchiana!

Inoltre sarò comparsa fissa in “I’m Dying Up Here,” che è una nuova serie prodotta da Jim Carrey e che può essere vista in Usa subito dopo “Twin Peaks: The Return,” a cominciate da questa domenica, 4 giugno, su Showtime. È uno show che si basa su un libro di William Knoedelseder.

Vuoi dirmi che il fatto che compari in uno show subito dopo Twin Peaks su Showtime è una coincidenza?

Totalmente una coincidenza. Buon per me!

Ti aspettavi una reazione così forte da parte del pubblico alla tua apparizione?

Un riscontro così grande non me lo sarei mai immaginato neanche nei miei sogni più sfrenati.

Non compari nei titoli di coda. Questo ha portato tutti a cercare in quel figuro somiglianze in attori famosi o meno famosi presenti nel cast ufficiale, da Tim Roth a Eddie Vedder… Come hai vissuto questo “contributo” del fandom?

(Ride) L’ho adorato. L’impatto che ha avuto questa scena in tutto il mondo ha superato qualsiasi esperienza che ho avuto come attore. Penso che sia una prova della forza della visione di David Lynch e della superba performance di Matthew Lillard. Le teorie, le ipotesi, le domande, le comparazioni, le fan art, le gif animate… sono tutte cose che sono state fonte di gioia e di tante risate! Essere spinti nel mondo di Twin Peaks e di Lynch è un’esperienza che ti cambia la vita. Detto questo, Nella mia pagina su IMDb non troverete alcuna informazione sul mio coinvolgimento nel nuovo Twin Peaks, per due ragioni. Ho firmato un accordo di riservatezza in cui si dice chiaramente che non posso dare informazioni sulla serie. Inoltre rispetto il modo in cui David Lynch e Mark Frost hanno promosso lo show, basato sul rivelare il meno possibile. Una volta che il mio personaggio avrà la sua descrizione su IMDb, il mistero che circonda chi dovrei essere non sarà più tale.

Parlaci di come hai ottenuto la parte.

Mi sono iscritto, come molti in questo mestiere, a un servizio online dove i direttori del casting pubblicano e inviano mail su possibili lavori da comparsa. Credo che fosse il settembre del 2015 quando ho letto che cercavano qualcuno per una parte che poteva fare al caso mio: capelli lunghi, barba, la mia età. Ho fatto richiesta, e sono stato felice di ricevere una risposta. La descrizione era vaga, ma il nome di David Lynch era bello evidente. Inoltre avevo già lavorato con il direttore del cast, che mi conosceva e sapeva che potevo essere adatto e affidabile. Dovevo mandare un breve video in cui dicevo due cose: il mio nome e “Hello” a Mr. Lynch. Il mio videoprovino credo non durasse neanche cinque secondi. Altre comparse ho saputo avevano fatto video molto più elaborati, quindi pensavo che il mio fosse davvero troppo breve. Con mia grande sorpresa, invece, mi hanno richiamato e ho avuto il posto. Il mio primo giorno di riprese è stato il 29 ottobre del 2015. Il 21 maggio del 2017 mi sembrava lontano una vita, e invece adesso… è il passato.

Quando hai visto l’episodio, alla tua apparizione ti sei… spaventato?

(Ride) No, non mi sono spaventato quando ho visto la scena. Ero euforico! Lavorare con David Lynch e il resto della troupe è stata un’esperienza che non dimenticherò mai. Mi ha reso un attore miglior e spero di avere l’opportunità di lavorare ancora con il Maestro.

Puoi dirci qualcosa di come è stato realizzato il tuo personaggio visivamente? Si tratta di make-up, come per il barbone di Mulholland Drive, o di post-produzione?

Penso che non sarei a mio agio (per il momento) a parlare di come è stato ottenuto il mio look.

Ora sono curiosa

 

Capisco, come dice Dale Cooper al Gigante. Spero di poterne riparlare più in là, allora! Grazie, Stewart. Ma non faccio spoiler se vi dico, lynchiane e lynchiani – l’ha dichiarato lo stesso Lynch a EW – che rivedremo the man in Jail: “And by the way, about that guy, you just keep watching”. Io non vedo l’ora.

 



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