Lynch apre a un ritorno sulle tv (via cavo) e parla dei progetti non realizzati

di Matteo Marino
20 luglio 2014

In un’interessante intervista di Mario Serenellini apparsa oggi su Repubblica.it, David Lynch parla della sua assenza sul grande schermo dai tempi di INLAND EMPIRE e smentisce una crisi di creatività, anzi:

“Le idee non mancano. Ma l’industria del cinema è molto cambiata. Una volta c’era il circuito d’art et d’essai, dove circolavano i miei film. Oggi il cinema alternativo è sempre più in angolo, schiacciato dai blockbusters”.

Se non al cinema, allora la tv potrebbe essere più disponibile ai rischi della creatività? A domanda esplicita “Sta per caso meditando una nuova serie?” risponde così…

Ci sto pensando. Le tv a pagamento, almeno in Usa, sono oggi in grado d’attrarre l’ex pubblico d’art et essai. Permettono anche quel che al cinema non è più possibile: sviluppare una storia nella sua interezza”.

 In effetti i canali via cavo negli ultimi anni hanno portato a sdoganare argomenti, strutture narrative e personaggi sempre più complessi, permettendo a prodotti d’autore e originali (in qualche caso fortemente debitori delle conquiste di Twin Peaks) di emergere e di imporre nuovi standard.

 Su due progetti mai realizzati, un suo adattamento delle Metamorfosi di Kafka di cui aveva scritto la sceneggiatura e il film su Marilyn Monroe ispirato al libro biografico Goddess (che avrebbe dovuto scrivere insieme a Mark Frost, futuro co-creatore di Twin Peaks), dice:

“La magia di Metamorfosi è il suo abisso di mondi diversi: quel che insegue da sempre il mio cinema. Marilyn è l’attrice che ho sempre sognato come mia interprete ideale. Volevo trarre un film dal libro che svela le responsabilità dei Kennedy nella sua morte. Produttori sordi alla chiamata. Lo stesso per Kafka. Non credo d’aver fama di regista da cassetta… “

Norma_Jean_and_Marilyn-135591801-largeCuriosamente nel 1996 un film tratto da Goddess fu effettivamente realizzato (proprio per la tv) con il titolo Norma Jean & Marilyn. L’aspirante attrice Norma Jean e la futura diva Marilyn erano interpretate (a volte contemporaneamente sullo schermo) da due attrici diverse, una bionda una no (Ashley Judd e Mira Sorvino), una scissione identitaria (la frase di lancio era: “Marilyn è stata la nostra fantasia. Norma Jean era la sua realtà”) che sarebbe tornata, con molte più complicazioni e implicazioni, nelle protagoniste di Mulholland Drive.

Per leggere l’intervista completa, in cui si parla anche di Duran Duran e di meditazione trascendentale e molto altro, clicca qui:

David Lynch e la ricerca della felicità: “Provate a guardare dentro di voi..”

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